Scrivere per pensare e analizzare, mappare, ricordare, disegnare per conoscere il territorio. Gli UV oggetto di analisi hanno interessato le due macro-aree adiacenti A e B.
Analisi e bozza di programma
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Rispetto agli altri UrbanVoids è quello che forse conserva un cornice più debole. Nonostante tutto i suoi bordi sono precisi, il piccolo parco appare introverso; la pendenza rispetto alle strade che lo costeggiano, impone un accesso, che deve essere scelto: il fatto che si collochi su un livello più alto crea un’interruzione con la città e lo colloca forse in un ambito di stasi, di contemplazione. Pochi passi e l’urbano si perde dietro una staccionata in legno. Spalle ai palazzi, giochi per i bambini nella parte più alta di questa piccola collina colorata da alberi diversi. Almeno 5 colori di chioma diversa, in un fazzoletto di urbano. Un’oasi colorata. Agreste. Piccola pendenza verso via Furio Camillo e siamo di nuovo in città: a sinistra il viale invita ad una prospettiva urbana, a destra scorcio sul verde inaspettato (per una straniera come me) che è invito al rurale.
Pascolo urbano: l'esperienza di Torino.
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200804articoli/6404girata.asphttp://cca-actions.org/actions/sheep-and-lambs-eat-city-parks
Il parco rurale come limite tra città e campagna: un esempio realizzato a Bari.
Per cominciare sugli orti urbani:
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Gli altri vuoti urbani oggetto di sopralluogo si attestano in una zona più vicina alla Via Appia Nuova e subito si avverte una maggiore vitalità per così dire urbana. Percorrendo l’asse viario a partire dall’incrocio con via Arco di Travertino si assiste ad una progressiva densificazione degli isolati che costruiscono fronti sempre più continui. Da un lato l’Appia Nuova che è asse viario per auto, nonostante i viali alberati, dall'altro passeggiare nelle strade interne al quartiere è entrare in corridoi lunghissimi dalle pareti troppe alte. La varietà di negozi, vetrine, caffè e quanto altro, distraggono. Chissà forse la sera quando tutto è buio e quelle migliaia di finestre si accendono, il mosaico delle loro luci anima quelle pareti altissime. La finestra che si illumina di notte non so perché ma mi ha sempre intrigato,confortato anche. Sa di casa.Il verde manca. Il quartiere si divide tra il grande asse viario e una vastissima area con destinazione d’uso prevalentemente residenziale; il parco della Caffarella non è lontano, ma chiuso dietro fitti palazzi per sbucare alla fine di qualche prospettiva nata a caso. Eppure piacevole, sorprendente perdersi in un scenari urbani monotoni e trovare per caso una via d’uscita verde, anche solo per lo sguardo.
...e i vuoti urbani in altri contesti...
Valese, blog portato avanti con gusto e capacità. Complimenti. Forza.
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