mercoledì 4 maggio 2011

La (ri)scoperta della periferia.

Le città di Roma_Housing e paesaggi urbani dal dopoguerra a oggi.
Roma, Ara Pacis.





Roma è una città policentrica. La sua parte storica rispetto allo sviluppo delle zone periferiche occupa un terzo del territorio. Lo sviluppo urbano romano è stato prodotto - fino agli anni '60 - in gran parte da fenomeni di occupazione spontanea del suolo non disciplinati cioè da un disegno del territorio, e poi da fenomeni di abusivismo, dopo l'adozione di un Prg (1962), che coinvolgeva anche la porzione extraurbana della capitale.
L'occupazione del suolo al di fuori della città consolidata si è prodotta attraverso la costruzione di gruppi di case, di quartieri satelliti spesso lontani e scollegati dal centro, autonomi, sebbene spesso privi di servizi. 
Le fotografie della mostra ripercorrono quasi 50 anni di periferia romana, o più esattamente di quartieri prevalentemente residenziali, che forse proprio per questa loro natura mi sento di assimilare all'immagine di una periferia.
La periferia è un contorno, si pone ad una certa distanza dal centro. Ma con l'esplosione della centralità urbana in sistema policentrico, la periferia diventa altro. Prima di tutto uno spazio vissuto da persone. E le persone fanno la differenza in qualunque spazio, lo occupano, lo qualificano, lo conquistano. L'architettura e ancora di più l'urbanistica possono creare danni sociali enormi, ma io credo sia una questione di tempo. La riappropriazione dello spazio, la sua conquista da parte dell'uomo è inevitabile e l'uomo riesce a trasformarlo. Poco è cambiato - sembra - nella filosofia che muove la progettazione di certi quartieri: l'involucro edilizio migliora, le sue performance sono ottimizzate in relazione ai parametri bioclimatici, ma di fatto i quartieri residenziali restano preminentemente agglomerati di case, di cui si costruiscono prima gli spazi dell'abitare e poi il resto. Il resto, che è lo spazio della socialità (che sia pubblico non è necessario) è trascurato. Non mi convince il meccanismo di costruire poli destinati solo all'abitare, piuttosto attiverei il contrario: un polo che attragga l'abitare spontaneamente. 

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