lunedì 16 maggio 2011

appunti di progetto.

Sulla distribuzione delle funzioni in pianta.


schizzi di studio di predimensionamento

Parternership al progetto

Contesto sociale
I contatti.

Quarta Coordinata_www.quartacoordinata.org
Zuccheribelli _ http://www.ortididattici.org/chisiamo.htm
Olivucci Alberto _presidente di Civiltà Contadina_http://www.civiltacontadina.it/modules/liaise/index.php?form_id=17
Lorenza Accettela _Associazione Humus Onlus_http://www.caffarella.it/
Michela Forgione _Antrocom Onlus Campania_http://campania.antrocom.org/
Roberto Gennaretti_Associazione Fosso Bravetta
Fabrizio Fasano_legale rappresentante di una scuola dell'infanzia 
Gianluca De Martino_Rete Giovani per Salerno  http://www.giovanisalerno.it/

esplorazioni volumetriche

Contesto fisico
Esplorazioni virtuali dell'UV2. Aggiustamenti, verifiche, manipolazioni dell'area.


La scacchiera (2): ritorno alla forma.

Cercando degli strumenti operativi ritorno al riferimento della Casa Guardiola di Eisenman : i volumi che risultano dalla rilettura dell'opera diventano un primo riferimento - manipolabile per giocare nel contesto. L'astrazione geometrica delle componenti è utile per poter cominciare a pensare in termini spaziali, per relazionarsi al contesto in termini di ingombro, di masse.



montaggio pezzi:disegna, taglia, piega, incolla


Le regole e i pezzi del gioco


Programma funzionale


sabato 14 maggio 2011

Sullo spazio pubblico.

Internet è una risorsa inesauribile di stimoli. Gli ultimi due post, blog o "pezzi" che ho letto e che per caso si sono trovati in successione erano una riflessione sullo spazio. Il primo (che è arrivato sotto i miei occhi a due anni dal suo verificarsi) riguarda l'uso del suolo pubblico a Napoli. Mi è sembrato assolutamente coerente con l'idea di attivare dei vuoti urbani.


1_Nell'articolo del Corriere del Mezzogiorno si legge di una piccola piscina allestita in un vicolo di Napoli, "perché il mare di Napoli è inquinato". Interessanti anche i commenti che seguono l'articolo: chi si schiera contro, indignato perché si tratta di un gesto che rivela prepotenza e menefreghismo per la res publica, chi guarda con simpatia, ricordando la fantasiosa intelligenza partenopea. Io osservo - per il momento. E prendo appunti. C'è spazio per una piscina anche in un vicolo di Napoli. Quel vicolo non è soltanto una punto di passaggio, ma un luogo dove può accadere qualcosa. La strada come piazza, forse di più come cortile di un condominio - torna l'idea di cortile: l'esperienza personale, il ricordo invade la progettazione, contamina la riflessione architettonica -. Come si definisce lo spazio pubblico? Ed è veramente spazio pubblico un vicolo così stretto attorno alla comunità che ci vive dentro? Quanto conta la gestione pubblica, quanto pesa la presenza della mano pubblica; come si può respirare il senso di una cosa che dovrebbe essere di tutti in luoghi che restano lontani da un uso comune e che sono reali solo per chi ci vive davvero dentro?

Pressphoto, Vicolo Canale Tavernapenta Napoli



2_Sulla rarefazione dello spazio.

La rete degli orti urbani.

Non si tratta di essere originali. Ma di condividere una logica. Di pensare in modo nuovo alle città e alle pratiche urbane.  

Mappa dello Studio UAP

http://maps.google.it/maps/ms?
ie=UTF8&oe=UTF8&msa=0&msid=217808012097588181179.000491f2a5ea5ff4fd138

Intervento dell'arch. MariaLuisa Palumbo
http://malupa.posterous.com/sul-rapporto-tra-citta-e-campagna-la-mappa-di

Zappata Romana
http://www.professionaldreamers.net/?p=2163
Monica Ercoli URBAN VOIDS: Cedric Price Public Space project

giovedì 12 maggio 2011

post revisione

Franco Purini_Il gioco dell'architettura
(ovvero  alla ricerca di un metodo tra i pensieri architetti e designer)


Seguendo un consiglio del prof. Antonino Saggio riprendo le immagini di un architetto che conosco poco, Franco Purini:  i disegni   esposti  nella mostra 
"Come si agisce dentro l'architettura" a cura di GIANNI CONTESSI, tenutasi all'Accademia di Brera nell'autunno del 1993, rivelano il tentativo di rappresentare schemi e operazioni logiche che strutturano la forma architettonica e la grande ricerca teorica che caratterizza l'attività dell'architetto. 

Come in un gioco di associazioni mi viene in mente un libro per me illuminante: Fantasia di Bruno Munari. Nella ricerca di un metodo personale per la progettazione e quindi la creazione di un qualsiasi oggetto che non esiste ancora è imprescindibile considerare che cosa in questa pratica significhino la fantasia, l'invenzione, la creatività. E' possibile un'indagine su queste parole? E' possibile un metodo nella pratica di professioni che si fondano sulla creatività?


mercoledì 11 maggio 2011

inseguendo un'idea.

E mentre si cerca di dare forma ad un pensiero la mente continua ad accumulare materiali. E a trovare analogie. L'incastro è un sistema per combinare oggetti diversi. Da considerare come tecnica per sistemare layer diversi su uno stesso piano. 

Plaid Bench_Raw Edges Design Studio


video: http://vimeo.com/15186726
http://www.designboom.com/weblog/cat/8/view/11684/raw-edges-plaid-bench.html

...come tradurre un'idea, un'immagine in qualcos'altro: dal plaid, morbido, caldo ad una panchina, comoda, urbana. 

martedì 10 maggio 2011

L'arte della griglia

Contesto luogo


Primo esperimento: creare una griglia operativa - che attivi soluzioni progettuali. Partenza semplice, geometrica, astratta: pochi elementi dell'intorno, la scala è locale.
Ma astrarre per progettare è un'arte dagli esiti imprevisti. Creare una rete che coinvolga elementi diversi, saper leggere i singoli diagrammi per ricomporli in una sintesi formale esige una pratica. Imparare a sottrarre, ad astrarre: la complessità non è complicazione, ma rete di relazioni di elementi singoli. E' la moltiplicazione della semplicità. Dove il "semplice" è da conquistare per ottenere il complesso.

Eisenman_modello virtuale per "Ciudad de la Cultura de Galicia 

Sistema MutAzione: l'attacco agricolo alla città.

Contesto ambientale.




Note a margine
L'interesse all'agricoltura urbana non nasce tanto per una questione nostalgica di ritorno ad una natura incontaminata, o di una voglia di rurale, come una sorta di nuovo eden che ci garantisce un livello di qualità della vita necessariamente più alto. Piuttosto quello che mi interessa sono i nuovi paesaggi anche urbani, che si sviluppano sotto i nostri occhi o nei nostri immaginari di "cittadini metropolitani". In un contesto globale dove trovare un angolo di natura incontaminata è praticamente impossibile, è interessante valutare come l'artificiale e la  natura si mescolino. Ed è ancora più interessante provare a pensare a paesaggi diversi in cui la dicotomia città e campagna risulti superata a favore di una visione dai confini più sfumati. Il riferimento per  questo cambio di punto di vista è dato dalle immagini radicali degli MVRDV, che nella loro origine geografica trovano forse l'ispirazione più forte per guardare alle metropoli contemporanee o ai nuovi paesaggi agrari come opportunità di contaminazione, di ibridazione. Di creazione di nuove dimensioni nè rurali, nè urbane.


Pig city_Mvrdv

http://www.mvrdv.nl/#/news

lunedì 9 maggio 2011

La scacchiera

Il progetto si costruisce a partire dalla definizione di una grammatica, di una serie di componenti base di cui poi si valuteranno le relazioni, la sintassi del linguaggio scelto.
Partendo da una griglia e da un'immagine (il bang!), rileggendo il contesto e valutando secondo punti di vista specifici si cerca una sintesi che porti alla costruzione di un sistema di componenti. La logica che comincia ad insinuarsi nel progetto è parametrica. Il software utilizzato è Grasshopper, plugin di Rhino che parametrizza e soprattutto visualizza sistemi di relazioni.

venerdì 6 maggio 2011

Andrea Branzi.


Presentazione del libro: Scritti presocratici.
Roma, Facoltà di architettura Valle Giulia.



Link per scaricare  l'intervento di Branzi _ traccia audio

http://www.andreabranzi.it/

mercoledì 4 maggio 2011

La (ri)scoperta della periferia.

Le città di Roma_Housing e paesaggi urbani dal dopoguerra a oggi.
Roma, Ara Pacis.





Roma è una città policentrica. La sua parte storica rispetto allo sviluppo delle zone periferiche occupa un terzo del territorio. Lo sviluppo urbano romano è stato prodotto - fino agli anni '60 - in gran parte da fenomeni di occupazione spontanea del suolo non disciplinati cioè da un disegno del territorio, e poi da fenomeni di abusivismo, dopo l'adozione di un Prg (1962), che coinvolgeva anche la porzione extraurbana della capitale.
L'occupazione del suolo al di fuori della città consolidata si è prodotta attraverso la costruzione di gruppi di case, di quartieri satelliti spesso lontani e scollegati dal centro, autonomi, sebbene spesso privi di servizi. 
Le fotografie della mostra ripercorrono quasi 50 anni di periferia romana, o più esattamente di quartieri prevalentemente residenziali, che forse proprio per questa loro natura mi sento di assimilare all'immagine di una periferia.
La periferia è un contorno, si pone ad una certa distanza dal centro. Ma con l'esplosione della centralità urbana in sistema policentrico, la periferia diventa altro. Prima di tutto uno spazio vissuto da persone. E le persone fanno la differenza in qualunque spazio, lo occupano, lo qualificano, lo conquistano. L'architettura e ancora di più l'urbanistica possono creare danni sociali enormi, ma io credo sia una questione di tempo. La riappropriazione dello spazio, la sua conquista da parte dell'uomo è inevitabile e l'uomo riesce a trasformarlo. Poco è cambiato - sembra - nella filosofia che muove la progettazione di certi quartieri: l'involucro edilizio migliora, le sue performance sono ottimizzate in relazione ai parametri bioclimatici, ma di fatto i quartieri residenziali restano preminentemente agglomerati di case, di cui si costruiscono prima gli spazi dell'abitare e poi il resto. Il resto, che è lo spazio della socialità (che sia pubblico non è necessario) è trascurato. Non mi convince il meccanismo di costruire poli destinati solo all'abitare, piuttosto attiverei il contrario: un polo che attragga l'abitare spontaneamente.